Guida alla scelta dei filtri per maschere di protezione delle vie respiratorie
La corretta scelta dei filtri per maschere è fondamentale, poichè in base all'agente contaminante a cui si è esposti, è associato un filtro specifico. I filtri di ricambio per maschere, che siano antigas, antipolvere sono da scegliersi in base alla natura del gas, polvere, fumo o microparticella inquinante a cui si è esposti, così come tenere in considerazione le condizioni ambientali del contesto in cui si opera.
E' necessario infatti conoscere la concentrazione e i limiti di esposizione professionale per l'agente tossico presente nell'ambiente, dal cui rapporto si determina il minimo fattore di protezione necessario, secondo quanto stabilito dalla norma EN 529. Il fattore di protezione dei dispositivi filtranti di protezione delle vie respiratorie, si riferisce al dpi integro e utilizzato nel modo corretto. Un valore più cautelativo del livello di protezione associato a ciascun dispositivo è denominato fattore di protezione operativo (FPO), valore più realistico del fattore di protezione nominale (FPN), perchè ottenuto da valori misurati nell'ambiente di lavoro. Quest'ultimo è assimilabile al fattore di protezione assegnato (FPA), che rappresenta il livello di protezione delle vie respiratorie realisticamente ottenibile nell'ambiente di lavoro per il 95% degli operatori addestrati.
Nella tabella di seguito, sono evidenziati i diversi tipi di filtri per maschere facciali , compreso il filtrante integrato della semimaschera, e la classificazione della categoria di protezione:
Dispositivo |
Categoria protezione |
Facciale filtrante a semimaschera |
FFP1
FFP2
FFP3
|
Filtro antipolvere con semimaschera |
P1
P2
P3
|
Filtro antipolvere con maschera a pieno facciale |
P1
P2
P3
|
Filtro antigas con semimaschera |
- |
Filtro antigas con maschera |
- |
Fatta questa premessa, per poter utilizzare maschere e semimaschere di protezione respiratoria, è necessario conoscere nel dettaglio la classificazione dei filtri. La suddivisione tiene conto delle diverse tipologie di contaminanti presenti nei luoghi di lavoro a rischio:
- Polveri e microparticelle secche
- Nebbie: particelle liquide a base organica o di acqua in sospensione nell'ambiente
- Fumi derivanti da fusione di metalli
- Gas e vapori organici con temperature di ebollizione inferiore o superiore a 65°
- Gas e vapori inorganici compreso acido cianidrico
- Anidride solforosa
- Ammoniaca e derivati
- Monossido di carbonio
- Iodio e ioduro di metile radioattivi e radionuclidi
- ecc
In un ambiente, gli agenti contaminanti possono essere presenti in forma diversa, come particelle solide o gas, o una combinazione delle due. Per questo motivo, è necessario scegliere il tipo di filtro in grado di offrire la maggior protezione per il rischio derivante dalla diversa natura, solida, liquida o gassosa che sia, dell'agente nocivo da cui proteggersi.
Classificazione dei filtri
Le normative UNI EN 14387 ed EN 143, assegnano colori diversi a ogni tipologia di filtro,a sua volta identificata con le rispettive lettere o nome identificativi, sulla base della natura del contaminante e il suo stato (solido o gassoso) da cui proteggono. In linea generale, possiamo riassumerli in questo schema:
- Filtro A - colore marrone: per gas o vapori organici con temperatura di ebollizione >65°, così come solventi chimici e idrocarburi, tra cui alcol, etanolo, benzene, acetati, acrilato di metile, ecc)
- Filtro AX - colore marrone: gas organici con temperatura di ebollizione <65°: acetone, butano, metanolo, ecc
- Filtro B - colore grigio: vapori e gas inorganici, quali cianuro, bromo, diossido di cloro; è escluso il monossido di carbonio
- Filtro E - colore giallo: gas acidi: diossido di zolfo, acido cloridico
- Filtro K - colore verde: ammoniaca e vapori/gas organici derivati
- Filtro CO - colore nero: monossido di carbonio
- Filtro Hg - colore rosso: per vapori di mercurio e polveri grazie alla protezione P3
- Filtro NO - colore blu/bianco: ossidi di azoto, fumi nitrosi e polveri grazie alla protezione P3, come il precedente
- Filtro Reaktor - colore arancio: iodio radioattivo e ioduro di metile
- Filtro P - polveri, fumi tossici e aerosol liquidi
Colore |
Tipo filtro |
Protezione |
Marrone |
AX |
Gas e vapori organici con punto di ebollizione <65° |
Marrone |
A |
Gas e vapori organici con punto di ebollizione >65° |
Grigio |
B |
Gas e vapori inorganici (compreso acido cianidrico) |
Giallo |
E |
Anidride solforosa |
Verde |
K |
Ammoniaca e derivati |
Nero |
CO |
Monossido di carbonio |
Rosso |
Hg |
Vapori di mercurio |
Blu |
NO |
Vapori nitrosi |
Arancio |
Reaktor |
Iodio e ioduro di metile radioattivi, radionuclidi |
Bianco |
P |
Polveri, fumi e nebbie |
Viola |
SX |
Filtri speciali disponibili a richiesta |
Un'ulteriore tipologia è rappresentata dai cosiddetti filtri combinati, che come suggerisce il nome, combinano la protezione antigas con quella antipolvere insieme, molto utili per ambienti in cui oltre a polveri in sospensione, sono presenti anche gas e vapori nocivi. Insieme alla protezione combinata, mantengono i requisiti di protezione previsti per ciascun filtro a cui sono associati separatamente, e sono identificati tramite i colori propri di ciascun filtro associato.
Oltre al tipo di filtro, è necessario scegliere attentamente anche la classe del filtro. Di seguito, sono riportate le concentrazioni di prova, richieste dalle norme UNI EN 14387 e UNI EN 143, delle sostanze tossiche in funzione della classe di filtrazione del dpi:
Categoria
|
Classe di filtrazione e
capacità filtrante
|
Massima concentrazione consentita
|
Filtri antigas
|
1 - bassa
|
0.1% vol. capacità
|
2 - media
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0.5% vol. capacità
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3 - alta
|
1.0% vol. capacità
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Filtri antipolvere
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1
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4*T.LV. efficienza
|
2
|
12*T.L.V. efficienza
|
3
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50*T.L.V. (con semimaschera)
efficienza
100*T.L.V. (con maschera a pieno facciale)
efficienza
|
*il valore T.L.V. (Threshold Limit Value), ovvero i valori limite di soglia, indica il valore massimo di concentrazioni ambientali di contaminanti in forma aerodispersa, al di sotto delle quali, l'esposizione ripetuta non produce alcun effetto nocivo per la salute.
Si raccomanda di non usare i dispositivi filtranti nei seguenti casi:
- in atmosfera con carenza di ossigeno (<17%)
- In ambienti scarsamente ventilati o confinati, a meno che non siano ben ventilati e la concentrazione dell'inquinante non sia nota e inferiore al valore massimo consentito per l'uso del dispositivo
- Nei casi in cui non sia nota la natura del contaminante o le sue concentrazioni, o in cui si possa incorrere in rischi immediati per la salute
- Con concentrazioni superiori a quelle per cui è consentito l'utilizzo del filtro scelto
- Con sostanze nocive che non possono essere percepite dall'operatore
- Con sostanze asfissianti
Durata dei filtri
La durata del filtro dipende dalla classe e dal tipo di utilizzo. L'umidità e la temperatura dell'aria a cui si è esposti, il consumo di ossigeno da parte di chi la indossa, le concentrazioni, le combinazioni e la natura solida, liquida o gassosa dei contaminanti tossici presenti nell'ambiente, sono tutti fattori che insieme influenzano la durata di funzionamento nel tempo del dispositivo di protezione respiratoria.
Per questa serie di motivi, non è possibile determinare una durata precisa del dpi, se non sono noti i fattori che concorrono al suo deterioramento, elencati sopra. In condizioni normali, ci si accorge della rottura del filtro con la percezione di odori da parte dell'utilizzatore.
I filtri antiparticolato hanno un tempo di vita direttamente proporzionale all'intasamento del filtro stesso delle particelle solide filtrate, che si accumulano, comportando una maggiore resistenza respiratoria (viene inspirato meno ossigeno).
In entrambi i casi, è assolutamente necessario provvedere al più presto alla sostituzione dei filtri maschera.